Mi chiamo Angela, ho 28 anni e vengo dal Salento. Qui ho coltivato la mia passione per il mare: ho conseguito la laurea in Biologia marina, e durante questo percorso di studi è nato il mio interesse per il mondo dell’oceanografia fisica. Ho ottenuto il mio primo lavoro presso l’Università Politecnica delle Marche, ad Ancona, dove mi sono trasferita nel 2020. Sono entrata in contatto con la città di Fano grazie al Fano Marine Center, dove ho la possibilità di svolgere le mie attività di ricerca e dove ho conosciuto tanti ricercatori come me provenienti da altri enti e Università.
Il Fano Marine Center (FMC), è il centro nato dalla collaborazione dell’Università di Bologna, Università Carlo Bo di Urbino, Università Politecnica delle Marche, Cnr, Stazione Zoologica Anton Dorhn e Comune di Fano.
L’unicità di questo centro di ricerca e la bellezza della città (che non ha nulla da invidiare ai panorami salentini) mi hanno spinta a venire non solo a studiare e fare ricerca a Fano, ma anche a viverci. Ma non vi ho ancora detto quali ricerche svolgo presso il Fano Marine Center: attualmente sono al primo anno del corso di Dottorato Nazionale in Osservazione della Terra alla Sapienza. Sì, detto così quello che faccio suona davvero poco chiaro. Sicuramente ora vi starete chiedendo: cosa significa “Osservazione della Terra”? Significa così tante cose, che potrebbe non significare niente. L’Università della Sapienza presenta così questo dottorato e il suo motivo di esistere: un corso che ha come principale obiettivo “il monitoraggio, il più possibile globale e continuo, del nostro pianeta sotto molteplici punti di vista, a beneficio della conoscenza e salvaguardia dell’ambiente e della qualità della vita sulla Terra”. Un obiettivo piuttosto ambizioso, vero?
Ma come si fa a monitorare in maniera continua il nostro pianeta? Questa è la domanda da cui sono partita per dare un senso alla mia ricerca. Il “punto di vista” da cui ho deciso di osservare la terra è quello del mio ambito di interesse, quello marino, e in particolare quello dell’oceanografia. Le mie ricerche sono incentrate sul mare di Ross in Antartide, e sullo studio della variabilità dei parametri fisici delle masse d’acqua di questo mare. Mi direte: ma cosa c’entra l’Antartide con la salvaguardia del pianeta? È un luogo praticamente alla fine del mondo! In realtà c’entra eccome, perchè il mare di Ross è una delle aree più importanti per la regolazione del clima globale: questo mare dell’Antartide è infatti uno dei siti di formazione delle acque più dense e fredde del pianeta, le Acque Antartiche, che svolgono un ruolo fondamentale nell’assorbimento di calore e anidride carbonica e sono una importante fonte di ossigeno per gli strati più profondi di tutti gli oceani. Dunque, ciò che accade in Antartide non rimane solo in Antartide: cambiamenti e variazioni delle caratteristiche fisiche (come temperatura, salinità e densità) di queste masse d’acqua possono avere conseguenze ed effetti a livello globale. Per questo motivo il monitoraggio di queste acque è molto importante, ma lo è ancora di più lo studio della loro variabilità, proprio perché le variazioni di alcune caratteristiche oceanografiche sono spesso il risultato di cambiamenti (legati a diversi fattori, tra cui anche i cambiamenti climatici) che per essere compresi devono essere studiati e monitorati nel tempo. Per fare ciò è fondamentale avere a disposizione il maggior numero di dati possibile, per colmare le lacune nella conoscenza dei processi in analisi e osservare in maniera continua l’evoluzione e i cambiamenti del sistema che si sta studiando.
Questo è lo stesso motivo per cui è stata installata nelle acque di Fano, al largo del Fano Marine Center, la Boa meteo-marina Fortunae, acquistata dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche e gestita dal laboratorio di Oceanografia di cui faccio parte e dal CNR-IRBIM di Ancona. Questa boa è dotata di una stazione meteo che misura temperatura, pressione e umidità dell’aria, insieme alla direzione e intensità del vento. È inoltre dotata di strumenti oceanografici che forniscono dati di corrente, ossigeno, temperatura e salinità dell’acqua. Questi dati vengono trasmessi quasi in tempo reale su un sito web accessibile a tutti: https://www.irbim.cnr.it/sitoss-dettagli/fano-boa/ visualizzabile su pc e dispositivi mobili. la conoscenza delle condizioni meteo-marine è infatti importante per tutti coloro che, per diletto o per lavoro, interagiscono col mare. Ma tale conoscenza è importante soprattutto per la ricerca: questa boa permetterà di ottenere serie storiche di dati ad intervalli regolari che aiuteranno i ricercatori a monitorare il sistema marino, al fine di salvaguardarlo. Dall’Antartide al mare di Fano, tutto è interconnesso, e tutto è collegato da un unico scopo: osservare e conoscere, per proteggere, il nostro pianeta e il nostro futuro.
La boa Fortunae rappresenta un esempio unico di laboratorio marino d’altura. La struttura, è posizionata a due miglia dalla costa, è lunga complessivamente circa 6 m, di cui 2,5 immersi e ha un peso a terra di circa 1 tonnellata. E’ un laboratorio completamente autonomo, che trae energia dal sole e comunica con il mondo esterno utilizzando un router cellulare.