È questa la domanda a cui Giada Franci risponde raccontando la storia e l’evoluzione dei mezzi nautici e degli strumenti che hanno consentito di scoprire e documentare, in oltre 20 anni di navigazioni, 43 relitti antichi romani, 29 relitti moderni e di contribuire allo studio di organismi marini di ambienti profondi.
Giada Franci è stata ospite della serata divulgativa di mercoledì 25 luglio presso l’Università dei Saperi. Biologa marina e componente fondamentale dell’associazione AzioneMare, ci ha raccontato la storia dell’ingegner Guido Gay (classe 1939).
La sua passione e la sua curiosità per l’ingegneria marittima e per le esplorazioni dei fondali marini lo hanno spinto sin da piccolo a sviluppare, con gli studi e con l’esperienza, le competenze necessarie per costruire e mettere a disposizione mezzi telecomandati per esplorare gli abissi e le creature che vi abitano.
Nacque così il primo ROV filoguidato dalla sua barca a vela, dotato in seguito di due eliche; nacque la generazione dei veicoli PLUTO che ebbe successo nel campo militare della caccia alle mine e per usi scientifici, raggiungendo una profondità di 1000 metri. I veicoli PLUTO subirono successivamente modifiche e miglioramenti, creando strumenti alimentati a batteria, con illuminazione duplicata e capaci di scendere fino a 4000 metri di profondità.
Cominciarono così negli anni ‘90 le prime spedizioni archeologiche a bordo del catamarano da ricerca Daedalus, costruito dallo stesso Guido Gay. L’imbarcazione era stata dotata di postazione di comando dei ROV e di registrazione dei tracciati del Side Scan Sonar di bordo. Questo strumento venne progettato con frequenze e fasci adatti a osservare il fondale marino a distanza elevata, risultando di fondamentale importanza per scoprire la presenza di antiche anfore romane sui fondali del Mediterraneo. I ritrovamenti più frequenti includevano non solo anfore per il trasporto di vino, olio, garum e frutta secca, ma anche lampade, lucerne e utensili da cucina. Guido Gay inizia successivamente una collaborazione con il DISTAV – Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita – Università di Genova. Quindi, dal 2017 al 2021 nell’ambito dei progetti «Curiosity» e «Biomount ROV», sono stati effettuati rilievi in Mar Ligure con il Multipluto. Più recentemente, tra febbraio e aprile 2023 è stata posizionata una videocamera a 550m di profondità a largo dell’isola del Tino (La Spezia) per lo studio della fauna associata ad una foresta di coralli bianchi; vennero così identificate 24 specie tra pesci, crostacei e vermi.
Giada Franci conclude quindi il racconto sulla storia di Guido Gay e delle sue esplorazioni con un’importante riflessione: un esploratore come Gay è non solo estremamente appassionato di ciò che studia, ma è anche e soprattutto un inventore di soluzioni adatte e innovative volte ad affrontare problemi come l’esplorazione delle profondità abissali, difficilmente raggiungibili dall’uomo. Il suo contributo alla scienza e all’ingegneria è stato necessario per l’avanzamento delle tecniche di monitoraggio che mirano ad essere utilizzate in un panorama di ricerca internazionale.