Bruna Valettini, biologa marina dell’Acquario di Genova, racconta “il Pesce ritrovato” un progetto di sensibilizzazione sul consumo ittico consapevole per PRESERVARE la biodiversita’ marina, RISCOPRIRE le specie ittiche locali, RIDURRE gli scarti di pesca, INCREMENTARE la domanda e il valore commerciale delle specie ittiche meno conosciute
In occasione del convegno “IL Pesce Giusto” in programma a Fano venerdì 4 ottobre abbiamo chiesto a Bruna Valettini di parlarci del progetto “IL Pesce Ritrovato”.
I dati della FAO ci presentano uno scenario allarmante: la pesca eccessiva è un problema sempre più grave. Può spiegarci in modo semplice perché questa situazione è così preoccupante?
Questi numeri ci dicono che stiamo pescando molto più di quanto il mare possa sostenere. È come prelevare più acqua di quanta ne entri in un pozzo: prima o poi si asciuga. Questo sovrasfruttamento mette a rischio la sopravvivenza di molte specie marine, altera gli equilibri degli ecosistemi e, a lungo termine, compromette anche la nostra possibilità di continuare a godere delle risorse del mare.”
Nella ricerca, si parla di un aumento del 27,7% degli stock ittici sovrasfruttati dal 1974 al 2021. Quali sono le principali cause di questo aumento?
Ci sono diverse cause, tra cui la crescita della popolazione mondiale e, di conseguenza, un aumento della domanda di pesce. Inoltre, le tecniche di pesca industriale, sempre più efficienti, ci permettono di catturare quantità enormi di pesce in tempi brevi. Infine, la scarsa gestione delle risorse ittiche e la pesca illegale contribuiscono ad aggravare la situazione.”
Il suo progetto “Pesce ritrovato” ha cercato di affrontare questa problematica promuovendo un consumo più consapevole. Quanto è importante il ruolo dei consumatori in questa sfida?
Il ruolo dei consumatori è fondamentale. Scegliendo di acquistare e consumare pesce proveniente da pesca sostenibile, possiamo inviare un segnale chiaro al mercato, incentivando la produzione di pesce proveniente da fonti responsabili. Una gran quantità di pescato, ancora oggi, è rappresentata da specie che, seppur buone e locali, a causa di abitudini di consumo radicate, non trovano sbocchi di commercializzazione. La domanda dei consumatori può fare la differenza”
Cosa possiamo aspettarci per il futuro?
Lo scopo finale del progetto ‘Pesce ritrovato’ era quello di attivare un ciclo virtuoso per incrementare la domanda e il valore commerciale di specie ittiche generalmente non richieste dai consumatori, creando una rete nazionale di operatori di settore, istituzioni locali, piccola e grande distribuzione e operatori turistici, che le promuovano a livello nazionale. Il tempo è passato, alcune cose sono cambiate dalla fine del progetto, ma il problema non sembra affatto risolto. Tra l’altro, molte specie sottovalutate sono fortemente legate ai territori e la loro valorizzazione può dare un contributo alle economie costiere. Soprattutto se si riuscirà a fare rete con il turismo, l’enogastronomia, la ristorazione e gli altri attori dello sviluppo locale.
Potrete ascoltare Bruna Valettini venerdì 4 ottobre alle ore 17.45 presso la chiesa di Santa Maria del Gonfalone a Fano.